Martellino

All’inizio del secolo scorso come diversi paesani, anche Martellino fu costretto ad emigrare a Genova per lavorare. Piccolo di statura, arguto e intelligente, la passione per la lettura nata a veglia nei seccatoi. Ma Genova era proprio alla fin del pane. Appena possibile tornò a casa. A chi lo incontrava raccontava di aver trovato in treno una signora che lo fissava a lungo. Non era bella, né ben vestita. Aveva occhi lucenti e vivi, il volto segnato dalla fatica. Martellino non si arrischiava a farsi avanti, finché “Io ti conosco” disse la signora. “Ti conosco bene. Conoscevo il tu’ babbo e anche il tu’ nonno. Conosco bene Raggiolo”. Al fare interrogativo di Martellino rispose: “Sono la miseria”.