Racconta Raggiolo - I racconti finalisti

Ecco i dieci racconti finalisti di "Racconta Raggiolo", con i racconti i più votati in ognuna delle dieci video-letture proposte dal 23 gennaio al 27 marzo. Indica l’autore del miglior racconto con una mail a labrigatadiraggiolo@gmail.com, indicando nell'oggetto "Racconta Raggiolo Finale": ci sarà tempo per votare fino a sabato 17 aprile, poi il più votato sarà premiato nel corso di una serata di “Raggiolo Estate 2021”!

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Carlotta Schiatti: “Raggiolo è gioia, giochi, corse e silenzio... è vita, è amicizia, vivere senza nulla che ti confonda. Un paradiso da piccoli e da ragazzi e un posto dove ritrovarsi da grandi. Raggiolo è una parte del mio cuore”.

 

Carlo Pizzichini: “Sbarco, attirato col cacio dell'amicizia, e subito giro il capo verso i boschi d'un paese dov'ero già stato coll'anima. Nido, porto, dimora senza tempo, d'un cuore rannicchiato tra la fuliggine d'un seccatoio, tra i ferri gloriosi, le castagne, l'acqua, la pietra e la pecora nera della peste di una transumanza negata. Tornerò, davanti al foco, nel silenzio di una brinata candida come la vita, mentre un vocìo di gente dal Sepolcreto pare l'eco delle anime che non muoiono”.

 

Noemi Verdolin: “Raggiolo, piccola gemma di pietra incastonata nel verde del Casentino. Qui tutto è pietra nuda, semplice, austera: stradine che si inerpicano fra rustici edifici come i seccatoi di castagne in un silenzio irreale che avvolge ogni cosa. I passi sulla pietra risuonano come zoccoli sul selciato. Qui tutto è calma, semplicità, bellezza, scoperta”

 

Irene Schiatti: “La pietra fredda anche d’estate, i profumi inconfondibili del bosco, il profilo del monte della Verna davanti a noi. Raggiolo, che nascondi a ogni angolo una storia di vita e tanti, tanti, ricordi d’infanzia per tutti. Raggiolo incontaminato, Raggiolo prezioso”.

 

Valentina Luddi: “Raggiolo. Un tesoro inestimabile che racchiude ricordi, meravigliosi ricordi. La mia isola felice dove tutto sa di te... nonna”.

 

Andrea Barlucchi: "Io c'ero", ti sussurra ogni pietra di Raggiolo, "e vidi costruire il castello, ascoltai i colpi di maglio delle ferriere e i colpi di colubrina al tempo dell'assedio; mi bagnai del sangue versato nelle faide e del vino nelle risse da osteria; sentii risuonare gli zoccoli degli animali che partivano per la Maremma e gli scarponi dei giovani che emigravano in città a lavorare nelle fabbriche. Io c'ero… e ci sarò ancora”.

 

Francesco Lenzi: “Amo più di ogni altra questa frase di Foscolo: "il cuore nella solitudine e nella pace va a poco a poco obbliando i suoi affanni, perché la pace e la libertà si compiacciono della semplice e solitaria natura". Ed è per questo che, allo stesso modo, amo Raggiolo”.

 

Fernanda Ciarchi: “Raggiolo desta in me la stagione della gioia, della voglia di vivere, delle emozioni e delle sensazioni. Questo caro luogo lo ricordo per i colori del suo screziato e serrato bosco, per gli odori gradevoli che esalano dai folti fiori degli alberi da frutto e per le fragranze effuse dalle piccole e fragili viole in forte contrasto con quelle degli spinosi e vigorosi fiori del biancospino”.

 

Elena Schiatti: “La luce tersa e calda del sole che illumina il campanile e i tetti del paese con lo sfondo del monte della Verna”.

 

Francesca Morabito: “Un luogo magico. Il tempo scorre lento, si dilata, lascia spazio ai pensieri e alle emozioni e tutto diviene, ancora, possibile. Raggiolo”.