Un signore feudale
Il castello, costruito intorno a torri longobarde di avvistamento e difesa, nei primi anni del trecento è sottoposto a Guido Novello II dei Conti Guidi, che vi esercita una signoria feudale completa. Posto al confine delle Diocesi di Arezzo e di Fiesole, il Castrum Ragioli assumeva particolare valore strategico per essere sul confine delle zone d’influenza di Firenze, di Arezzo e dei signori locali. Raggiolo fu castello forte e munito, con oltre 300 abitanti. Da qui Guido Novello signoreggiava sulla valle del Teggina, su Cetica e Garliano, su Quorle e una parte di Poppi.
Il castello e la sua corte
Colto e istruito, Guido Novello di Raggiolo nel 1312 era tra i cavalieri ghibellini che accolsero a Pisa l’Imperatore Arrigo VII. Istituì nel castello una scuola di notai, affidata ad un maestro fatto venire da Bologna e dette impulso alle fabbriche di armi poste sotto il castello. Alla sua morte nel 1321 il castello fu possesso dei Tarlati di Arezzo, allora signori di Bibbiena, finché nel 1357 il popolo di Raggiolo decise di sottomettersi al Comune di Firenze. Il castello fu distrutto nel 1440 dalle truppe del Piccinino che lo incendiarono e uccisero gran parte degli abitanti. Non venne più riedificato. Due vicende significative della società medievale accadute nell’antico Castrum Ragioli, sono qui narrate dai documenti originali redatti da Giovanni di Buto, notaio del castello